Questo rapporto è il risultato di quanto emerso dal sopralluogo effettuato il 12 settembre 2023 ed è stato inviato all’ANAC nel mese di novembre 2023 .
Nel settembre 2020 apre il Centro per il Rimpatrio (CPR) di Milano. Da allora si sono susseguiti tre Enti gestori, le cui offerte in sede di gara d’appalto sono state giudicate come le migliori presentate, portandoli quindi a stipulare un contratto per la gestione e il funzionamento del CPR di Milano.
In base a quanto segnalato dalle persone trattenute, dai loro avvocati e dall’Autorità Garante dei Diritti delle persone private della libertà personale, all’interno del CPR di Milano non vengono erogati numerosi dei servizi previsti dal capitolato d’appalto e, più in generale, dalla normativa di riferimento.
La mancata erogazione dei servizi, oltre alle diffuse segnalazioni sul mancato rispetto dei Diritti fondamentali delle persone trattenute, hanno portato l’ASGI a interrogarsi circa la corretta esecuzione del contratto pubblico alla base della gestione e del funzionamento del CPR.
Vista la mancanza della documentazione relativa a tale contratto nella sezione “Amministrazione trasparente” della Prefettura di Milano – gli unici riferimenti rinvenibili sono uno “schema di contratto di appalto”, non sottoscritto, e un “modello di offerta tecnica”, senza che vi siano inserite le proposte dei partecipanti sulla base delle quali vincono la gara – l’ASGI ha chiesto di ottenere copia del contratto d’appalto nella sua interezza con istanza di accesso civico generalizzato.
Con l’intento di verificare la corretta esecuzione del contratto e ottenere maggiori informazioni dall’Ente gestore e dalla Prefettura, è stata richiesta l’autorizzazione ad accedere alla struttura. Tale richiesta si è concretizzata in una visita svolta da una delegazione di soci ASGI nella giornata del 12 settembre 2023 .
In questo modo è stato possibile constatare la forte incongruenza fra i contenuti della documentazione ricevuta tramite accesso civico e i servizi effettivamente erogati nel centro.
Sono aperte le iscrizioni alla scuola di Alta Formazione ASGI che quest’anno raddoppia l’offerta.
1. Roma
Nona edizione della Scuola di Alta Formazione ASGI con il coordinamento scientifico di Loredana Leo e Salvatore Fachile.
2. Milano
Prima edizione del corso “sCONFINARE”.
I due corsi, che adottano un approccio fortemente laboratoriale e multidisciplinare, sono destinati a operatori legali specializzati in protezione internazionale, tutela delle vittime di tratta e sfruttamento e accoglienza di minori stranieri non accompagnati. Sono previste 168 ore di formazione che affiancano alle sessioni di diritto lezioni di geopolitica, sociologia, antropologia, etnopsichiatria, medicina legale e mediazione culturale.
Le due formazioni si svolgono unicamente in presenza secondo i due diversi programmi che trovate di seguito.
È quindi possibile iscriversi ad uno solo dei due corsi e non sono previste modalità di partecipazione miste. Nei programmi trovate tutte le informazioni relative a iscrizioni, costi e al programma formativo.
La condizione imposta alle persone che intendono presentare domanda di asilo a Milano ha superato ogni soglia di tollerabilità: le lunghe ore di attesa al gelo, l’assenza di qualunque struttura di conforto, e soprattutto la mancanza di qualunque certezza su tempi e modalità di ingresso, compromettono seriamente la salute fisica e psicologica delle centinaia di persone che ogni domenica si affollano davanti agli uffici della Questura di via Cagni 15 già sapendo che almeno i quattro quinti di loro non riusciranno a entrare.
La manifestazione di volontà di richiedere la protezione internazionale va registrata immediatamente, il relativo procedimento va formalmente avviato entro un massimo di 13 giorni, e sin dalla manifestazione di volontà le persone richiedenti asilo sono titolari di specifici diritti, tra cui quello a soggiornare sul territorio nazionale e quello alle misure di accoglienza: non lo dicono le associazioni, ma la legge italiana in accordo con le norme europee e i trattati internazionali.
La Questura di Milano, invece, da mesi sta rendendo impossibile e pericoloso l’accesso all’Ufficio Immigrazione alle persone che intendono chiedere protezione internazionale: perciò il 3 marzo 2023 abbiamo inviato all’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per la protezione di richiedenti asilo e rifugiati, una lettera, nella quale sono illustrate le condizioni inaccettabili delle persone in attesa in via Cagni e le indispensabili misure di cui le chiediamo di farsi promotrice presso le Istituzioni competenti.
In accordo con le pressanti richieste di supporto ricevute dalle persone incontrate nel corso delle nostre attività di monitoraggio e assistenza a richiedenti asilo, abbiamo indetto per giovedì 9 marzo alle 11 un presidio in piazza San Babila in prossimità degli uffici milanesi dell’UNHCR, a cui chiederemo di ricevere una delegazione di richiedenti asilo, esponenti delle associazioni e amministratori locali per ascoltare dalla loro viva voce quanto hanno da raccontare e da rivendicare.
Associazione ARCI Todo Cambia APS
Associazione NAGA ODV
Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI)
Il Tribunale di Milano chiarisce che, a prescindere dalle norme del loro Statuto, le associazioni che promuovono la tutela dei diritti fondamentali possono avere accesso ai Centri di detenzione per stranieri. La causa era stata proposta dal NAGA dopo un rifiuto di accesso al CPR di Via Corelli
Con la sentenza 2 gennaio 2023, n. 1, la Prima Sezione del Tar Lombardia Milano torna sul tema dell’accessibilità ai luoghi di trattenimento, ribadisce il diritto all’accesso alle strutture di detenzione degli enti di tutela dei richiedenti protezione internazionale e specifica che la legittimazione ad accedere deve essere verificata in concreto tenendo conto dell’attività svolta e non sulla base delle norme statutarie dell’ente. La decisione segue la recente sentenza del 24 ottobre 2022, n. 2322 in merito al diritto di accesso ai luoghi idonei al trattenimento nella disponibilità della Questura di Milano (su ricorso dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione – ASGI)[1], aggiungendo un precedente favorevole al diritto della società civile di accedere ai centri di permanenza per il rimpatrio (nello specifico: CPR di Via Corelli a Milano).
La causa è stata promossa dall’Associazione Naga – Organizzazione di Volontariato per l’assistenza sociosanitaria e per i diritti di cittadini stranieri, rom e sinti (Naga ODV) che opera a Milano e che si è vista negare l’autorizzazione all’accesso al Centro di Permanenza per il rimpatrio di Via Corelli. La decisione della Prefettura di Milano, conforme al parere del Ministero dell’Interno, era motivata sulla base del fatto che tra i fini di solidarietà sociale individuati nello statuto del Naga ODV, non è specificamente indicato quello di tutelare i richiedenti la protezione internazionale. L’Amministrazione ha rilevato, come ulteriore ragione di diniego all’accesso, che l’Associazione non ha stipulato con il Ministero dell’Interno o con la Prefettura accordi di collaborazione per lo svolgimento di attività assistenziale, necessari per essere autorizzata ad accedere nei centri di identificazione ed espulsione, ai sensi dell’articolo 6, comma 3, lettera a), del decreto del Ministero dell’Interno del 20 ottobre 2014 (Regolamento CPR, ora sostituito dalla Direttiva Lamorgese del 19 maggio 2022).
Come noto, il Regolamento CPR prevede(va) la possibilità di accesso per “altri soggetti” che ne facciano motivata richiesta (art. 6, comma 4, ora art. 7, comma 7, lett. h della Direttiva). In questo caso, dice il Tar, le motivazioni – a differenza che per tutti gli altri soggetti individuati in base all’appartenenza a specifiche categorie – devono essere esplicitate nell’istanza di accesso al CPR e valutate dall’Amministrazione in relazione alle specifiche esigenze di tutela della sicurezza, dell’ordine pubblico e della corretta gestione amministrativa del centro.
Il Collegio, sulla base della predetta previsione, ha, quindi, affermato quanto segue: “la legittimazione degli <altri soggetti che ne facciano motivata richiesta> non è stata espressamente regolamentata dalla norma secondaria, per cui vale la regola prevista dalla fonte primaria, nel caso di specie l’articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, per cui la legittimazione degli enti di tutela dei titolari di protezione internazionale deve essere individuata sulla scorta dell’esperienza dagli stessi maturata nel settore e non in base all’interpretazione della clausole statutarie“.
La principale novità di questa pronuncia, rispetto ad altre che nel tempo hanno affermato l’accessibilità degli enti di tutela delle persone straniere nei CPR (sentenze Tar Palermo n. 2169/2020, Tar Piemonte n. 360/2021, Tar Sardegna n. 838/2021, oltre a Tar Palermo n. 2473/2021 sull’hotspot di Lampedusa e Consiglio di Stato ordinanza n. 74/2022 sulle zone di transito aeroportuali [2]), è che il Tar afferma espressamente che la Prefettura, o meglio il Ministero, non possa fermarsi alla mera valutazione delle norme statutarie, dovendo verificare in concreto l’attività di tutela svolta dal soggetto che richiede l’accesso. In ogni caso (questo il punto dirimente), le amministrazioni devono condurre un’adeguata istruttoria sulle motivazioni della richiesta.
Ancora una volta ed in modo ancora più trasversale, si afferma la regola dell’accessibilità ai luoghi di trattenimento ed in particolare ai CPR come diritto degli enti di tutela e della società civile alla trasparenza dell’attività posta in essere dalla pubblica amministrazione. Diritto di accesso che, sebbene sia soggetto a limitazioni giustificate dalla necessità di garantire la sicurezza, l’ordine pubblico e la corretta gestione amministrativa del centro, non può essere precluso.
Il Tar, inoltre, ribadisce i principi del giusto procedimento in merito alla necessità del preavviso di rigetto e, in definitiva, apre le porte dei luoghi di trattenimento alla società civile e a quelle associazioni che possono dimostrare in concreto il proprio interesse all’accesso.
In conclusione, è rilevante l’ampio riconoscimento del diritto delle persone trattenute di entrare in contatto con il mondo esterno e al diritto dell’opinione pubblica di conoscere la realtà di questi luoghi che si auspica diventino sempre più visibili non solo nel rispetto del principio della trasparenza dell’attività amministrativa, ma soprattutto al fine di realizzare l’obiettivo politico di vederli finalmente e definitivamente chiusi.
"Quello che successo in Lombardia non è successo fortunatamente in nessun'altra Regione: qui è esploso tutto e siamo stati travolti da un'ondata". Lo ha detto l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera alla trasmissione Mattino Cinque: "La situazione adesso è in evoluzione positiva, non c'è un crollo ma un appiattimento: lo sforzo che dobbiamo compiere è ancora impegnativo e forte, ma siamo sulla strada giusta". Continua a leggere
Un uomo di 38 anni e una donna di 52 sono stati trovati senza vita nella loro casa di Rho, nel Milanese, nella tarda serata di ieri, giovedì 2 aprile. La coppia era riversa sul divano in un lago di sangue, entrambi uccisi da un colpo di pistola alla testa. L'ipotesi dei carabinieri, intervenuti dopo aver ricevuto la chiamata d'allarme della madre dell'uomo, è che si tratti di un caso di omicidio-suicidio. Il 38enne stringeva in mano il revolver che, secondo i militari, potrebbe aver usato per uccidere la compagna prima di rivolgerlo contro se stesso. Continua a leggere
Il team di ricerca dell'Università Statale di Milano che oltre un mese fa all'ospedale Sacco aveva isolato il ceppo lombardo del Coronavirus ha prodotto le prime immagini del virus. Al microscopio elettronico si nota anche la caratteristica corona da cui prendono il nome il Sars-CoV-2 e gli altri virus simili. Continua a leggere
C'è una città dove il Coronavirus non mostra chiari segni di rallentamento: è Milano, che detiene il non invidiabile primato italiano di città col maggior numero di positivi, oltre 4000. L'incremento giornaliero oggi, 2 aprile, è stato di 203 casi, superiore a quello di ieri. Mentre in tutta la provincia i contagi hanno superato i 10000. Continua a leggere
Nuovo bollettino sui numeri della pandemia di coronavirus in Lombardia: ad oggi 2 aprile sono 46.065 i casi di contagio, in aumento di 1.292 unità rispetto ai 44.773 di ieri. Le persone ricoverate in ospedale sono 11.762, dunque meno rispetto a ieri, mentre i pazienti in terapia intensiva sono 1.351. Aumentano ancora i decessi, arrivati a quota 7.960 dai 7.593 di ieri, con un aumento di 367 unità in 24 ore. Continua a leggere
Problemi al sito istituzionale della Regione Lombardia. La piattaforma è andata in down dal primo pomeriggio di oggi e risulta impossibile accedervi. Digitando l'indirizzo appaiono diversi messaggi di errore e si scarica automaticamente un codice html che invita a contattare gli amministratori del sistema. Continua a leggere