Superate le 2 mila firme all’appello della società civile: “La Costituzione è la posta in gioco”

Il silenzio approva la violenza

Chiediamo alle forze istituzionali e sociali sinceramente democratiche, che confidano nella attuazione dei principi iscritti nella Costituzione nata dalla lotta al nazifascismo, che vigilino in modo rigoroso sul rispetto dei principi costituzionali per ogni singola persona, nel contempo garantendo l’effettiva  separazione dei poteri previsti dalla Carta fondamentale costitutiva dell’ordinamento  democratico italiano.  Ci rivolgiamo anche ai giornalisti singoli, agli editori e direttori di giornali e televisioni  affinché garantiscano una reale rappresentazione della realtà, senza facili sensazionalismi e  senza campagne d’odio che hanno come effetto la criminalizzazione di singole persone e di  intere comunità, minandone la dignità e la sicurezza.  

Superate le 2000 adesioni!

Chi volesse unirsi all’appello può firmare compilando questi moduli a titolo individuale o in rappresentanza di un’associazione:

Adesione individuale
Adesione delle associazioni

Appello: La Costituzione è la posta in gioco

Nell’ambito di un sistema democratico, fondato sui principi fondamentali della Repubblica, le libertà e i diritti garantiti dalla Costituzione, nonché sul bilanciamento tra i diversi poteri dello Stato e la loro separazione, quello che sta accadendo in Italia assume contorni di forte preoccupazione.  

Il timore principale è che quanto originato da singoli episodi – da ultimo, i feroci attacchi alle decisioni di alcuni Tribunali (in particolare Catania e Firenze) in materia di  immigrazione – abbia già travalicato i confini della ordinaria dialettica istituzionale e si possa estendere sino a minare principi basilari che sono garantiti sia dallo svolgimento della funzione giurisdizionale, sia dalla libertà di manifestazione del pensiero e la libertà di  riunione.  

Sono, infatti, messi in discussione principi fondamentali della Costituzione e fatti oggetto di attacchi personali coloro che, nei vari ruoli, osano opporre all’impianto legislativo del  governo una lettura giuridica diversa, fondata su norme costituzionali o di pari valore,  come quelle europee e internazionali. 

 

Abbiamo assistito a dichiarazioni da parte di esponenti del Governo in carica di sconcertante gravità, nel caso riguardante la giudice Apostolico addirittura accompagnate dalla riesumazione di video di anni fa che (non è chiaro per qual motivo) avrebbero dovuto comportare la sua astensione dal prendere una decisione giudiziaria e, dunque, le sue dimissioni; a ciò si sono aggiunte dichiarazioni tali da sminuire gravemente la funzione  (sociale e costituzionale) dell’avvocatura, con l’evidente scopo di intimorire professionisti singoli e associazioni.  

Affermazioni alle quali hanno fatto seguito e continuano a riprodursi servizi giornalistici e televisivi che additano a singoli giudici, avvocati e associazioni addirittura la responsabilità  del fallimento delle attuali politiche nel perseguire gli scopi dichiarati in materia di  immigrazione. Attacchi che riguardano anche giudici che hanno concluso da tempo il loro ruolo ed è evidente che l’obiettivo è di intimorire la magistratura tutta e gli operatori  giuridici dallo svolgere il loro ruolo nel rispetto della legge; quella legge di cui, però, nessuno parla.  

Eppure dovrebbe essere considerato tipico del modello costituzionale e vanto delle  istituzioni che ogni persona sia adeguatamente tutelata in sede giudiziaria, che un  magistrato della Repubblica adotti decisioni che una delle parti (quand’anche lo Stato) non  condivide ovvero che le persone si associno per fare valere scopi condivisi e conformi ai  principi costituzionali.  

Ciò tanto più se, come nel caso specifico, ci si confronta con normative nuove e complesse,  testi legislativi mal scritti e tecniche legislative di dubbia efficacia (in meno di 10 mesi  l’attuale governo ha emanato ben 9 atti a contenuto normativo in materia di immigrazione).  

Un elemento di fortissima preoccupazione riguarda l’attacco personale rivolto  direttamente da rappresentanti del potere esecutivo nei confronti di singoli  magistrati: non si critica la decisione nel merito (fatto in sé arricchente il dibattito  pubblico) ma si costruiscono tesi volte a minare la credibilità e la terzietà della funzione  giurisdizionale, al punto che un Ministro ne chiede addirittura le dimissioni.  

Viene messa in discussione, a più latitudini, la libertà costituzionale del singolo magistrato di partecipare a eventi (convegni, iniziative e manifestazioni) nei quali si discuta di  determinati provvedimenti legislativi o di prassi messe in atto dalla Pubblica Amministrazione, ignorando che il bilanciato limite all’esercizio dei diritti costituzionali per il/la magistrato/a è regolamentato da precise leggi e sta solo nell’eventuale partecipazione sistematica e continuativa ad attività di partito o nel caso di candidature ad elezioni politiche e amministrative, poiché in tali ipotesi la terzietà e soprattutto  l’indipendenza del magistratura può entrare in conflitto di interessi con l’attività politica.  È, dunque, pericoloso ritenere che un/una magistrato/a non possa partecipare a libere e  pacifiche manifestazioni pubbliche, peraltro occasionali, perché vorrebbe dire far divenire  la magistratura un corpo estraneo alla società e allora sì molto pericoloso perché fuori dai  ruoli costituzionali.  

Desta ulteriore forte preoccupazione l’attacco mediatico ad altri magistrati, rei di avere assunto provvedimenti giudiziali che non sono graditi al governo in carica, allo scopo,  neanche troppo velato, di marginalizzare i singoli, così da lederne la dignità e il ruolo ma  soprattutto di intimidire altri magistrati dallo svolgere il proprio ruolo “secondo legge”  anziché secondo la volontà politica del governo in carica.  

A ciò si accompagna l’estensione di questo scontro verso altre figure, quali avvocati e  avvocate e associazioni che difendono i diritti delle persone migranti e dei richiedenti asilo,  attraverso una progressiva criminalizzazione delle idee altrui.  

Gli attacchi in corso, dunque, non riguardano il singolo caso ma hanno effetti  pericolosi per l’intera cittadinanza, che se non può confidare nel libero esercizio dei diritti, delle garanzie e delle prerogative costituzionali, nella rigorosa separazione dei  poteri – legislativo, esecutivo, giudiziario – e nella loro reciproca indipendenza, non può  sentirsi partecipe del sistema democratico.  

Riteniamo di svolgere un appello alle forze istituzionali e sociali sinceramente  democratiche, che confidano nella attuazione dei principi iscritti nella Costituzione nata  dalla lotta al nazifascismo, affinché si voglia vigilare in modo rigoroso sul rispetto dei  principi costituzionali per ogni singola persona, nel contempo garantendo l’effettiva  separazione dei poteri previsti dalla Carta fondamentale costitutiva dell’ordinamento  democratico italiano.  

Ci rivolgiamo anche ai giornalisti singoli, agli editori e direttori di giornali e televisioni  affinché garantiscano una reale rappresentazione della realtà, senza facili sensazionalismi e  senza campagne d’odio che hanno come effetto la criminalizzazione di singole persone e di  intere comunità, minandone la dignità e la sicurezza. 

 

 

PRIMI FIRMATARI

ASSOCIAZIONI

ASGI, COMMA 2 – Lavoro è dignità, ARCI nazionale, Fondazione Gruppo Abele, Libertà e Giustizia, Associazione nazionale Giuristi democratici, Associazione Libera, Magistratura Democratica, GIUDIT – Giuriste d’Italia, A Buon Diritto Onlus, Fondazione Alexander Langer Stiftung, Centro di Iniziativa Giuridica Abd el Salam (Ceing), ACTIONAID ITALIA, LUNARIA, COSPE, CNCA Coordinamento Nazionale Comunità di accoglienza , ART.21, ANPI Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ACLI, Coordinamento per la democrazia costituzionale (Cdc), Progetto Diritti, Refugees welcome Italia, Fuoriluogo, Agenzia stampa Pressenza, CIES Onlus, Campagna LasciateCIEntrare, Progetto Mem.Med Memoria Mediterranea, Associazione Senza confine, Baobab experience, Cambiare l’Ordine delle Cose – Forum Nazionale, Forum Droghe ats, Be Free Cooperativa Sociale contro tratta violenze e discriminazioni, Associazione per i diritti umani, MEDU Medici per i Diritti Umani, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, CIDIS impresa sociale – ETS, Cobas Scuola-Catania, CarovaneMigranti, Centro Astalli Bologna, C.I.S.M. Spinea odv, Aps Lungo la rotta Balcanica, Unione Popolare, Babele APS Grottaglie TA, I Girasoli Onlus, Melitea, Stop Border Violence e Convenzione per i diritti nel Mediterraneo, Arcigay Pegaso Catania, Associazione Italo-Africana dei Lavoratori Agricoli, Foggia., Moltivolti, Associazione Antimafia e Legalità di Catania, Rete Restiamo Umani#Incontriamoci di Catania, Levante Società Cooperativa Sociale, Movimento Right2be, Associazione culturale Stalker, Comunita’ San Benedetto al porto di Genova e Alessandria, Libera Puglia, Associazione MoCI Cosenza APS, CORTE DEI MIRACOLI APS, Consorzio Sale della terra, “L’Isola di Arran ODV”, Associazione culturale Livorno Palestina, Naim (National association of intercultural mediator), Figl* delle stelle aps, Cgil Ragusa, Cledu ets – Clinica legale per i diritti umani Palermo, Cledum – Clinica legale e sociale diritti umani Nessina, Cgil Palermo, Casa dei popoli Genova, Arbor-unione per gli invisibili, Ciss/cooperazione internazionale sud sud, Booq, Chiese battista e valdese di Catania, Casa áncora, Associazione tutrici e tutori volontari msna Messina, Clinica legale migrazioni e diritti – Unipa, Anppia – sezione Palermo, K_alma, Generazione zero Ragusa, L’isola che c’è, Cooperativa sociale iride, Funzione pubblica cgil Enna, Centro astalli sud – Grumo Nevano, Centro astalli vicenza, Centro astalli catania, Associazione 99%, ICS Consorzio Italiano di Solidarietà, Ass. Gruppo Lavoro Rifugiati Bari, Gruppo EcST – Espert* contro sfruttamento e tratta, Clinica legale del diritto dell’immigrazione Università Roma Tre, Comitato per lo Stato di Diritto con sede in Genova, Altrimodi srl impresa sociale ETS, Rete Radiè Resch , Confederazione Multietnica Internazionale , C.N.C.A. FVG ETS, Casa della pace Ets, CIAC onlus, GrIS Piemonte Gruppo Regionale Immigrati Salute, ARCI SOLIDARIETA L’AQUILA SCS, ARCI L’AQUILA APS, ARCI SERVIZIO CIVILE L’AQUILA APS, Convochiamoci per Bari, MOVIMENTO OMOSESSUALE SARDO, ALISSO, CRIS Centro Ricerca e Intervento Sociale, Centro Documentazione Polesano OdV, Le Carbet, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, FONDAZIONE CAV. GUIDO GINI , Ecoistituto dellaValle del Ticino, Osservatorio Migranti Verona, Movimento internazionale per la pace Pax Christi Catania, Arci Firenze, Comitato Popolare Antico Corso, CAT Società Cooperativa Sociale, ARCI Toscana, Il sogno di don Bosco, società cooperativa sociale (Bari), Cnca Puglia Ets, Movimento di Volontariato Italiano ODV, Comitato Piazza Carlo Giuliani, Rete Europasilo, Circolo di Partito Rifondazione Comunista di Udine, Associazione culturale Eufemia A.P.S, Nonna Roma ODV, Cooperazione Paesi Emergenti, Tavolo per la pace di Carugate, Incontriamoci ONLUS, Associazione Culturale Rosse Torri APS, Firenze Città Aperta, ANPI Solarolo, ANPI Altamura, Amici di Emmaus ODV , Sinistra Progetto Comune (gruppo consiliare, Comune di Firenze), Diapason cooperativa sociale, Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna, Donne per la difesa della società civile, Associazione Firenze Città Aperta, Parsec Cooperativa Sociale, RETE D.A.S.I. FVG (diritti, accoglienza, solidarietà internazionale), Gruppo Solidarietà, Mediterranea Bologna, Gruppo Solidarietà, Casa dei Popoli – Genova, Psicologi nel Mondo-Torino Odv, Confederazione Multietnica Internazionale, SOLIDARITE’ Nord Sud ONLUS, Comitato ARCI VALLE D’AOSTA, Comitato Rete Antirazzista Valle d’Aosta, Ambiente Diritti Uguaglianza Valle d’Aosta, Arcigay Valle d’Aosta Queer VdA, Malacoda, Trucioli, Associazione nazionale bioagricoltura sociale, Gialuma onlus, AlterProjectEmpowerment2006, CiancArìa aps, Presidio Libera Ostuni, Comitato Popolare Antico Corso APS/ETS, Associazione Arci Amari Caltagirone, Associazione Don Vincenzo Matrangolo -Acquaformosa (CS), Liberacittadinanza, Federazione circoli Giustizia e Libertà, FARE Castelli, Transform! Italia, Associazione Mondragone Bene Comune, EARTH GARDENERS, Associazione culturale Eufemia APS, Fondazione Arché, Libertà era restare – APS, Rete “Sulla Stessa Barca Bologna”, Consorzio Sale della terra, ONDE Donne in movimento, Cittadinanzattiva Piemonte APS assemblea di Torino, TiraVento, Associazione Girovagando, Large Movements APS, Rete sulla stessa barca Bologna, Comunità accogliente ODV, Comunità Emmaus Ferrara

PRIME ADESIONI INDIVIDUALI

Giuseppe Salmè, Luciana Castellina, Don Luigi Ciotti, Anna Luisa Terzi, Alberto Piccinini, Gianfranco Gilardi, Domenico Gallo, Stefano Anastasìa, Luciana Breggia, Livio Pepino, Roberto Savino, Armando Spataro, Antonella Di Florio, Tamar Pich, Alfonso Gianni, Giuseppe Buondonno, Francesca Curi, Marco Bouchard, Roberto Riverso, Giuseppe Rizzo, Mauro Matteucci, Mauro Beschi, Vincenzo Vita, Alfiero Grandi, Elena Riva Crugnola, Prof. Angelo d’Orsi, Nicoletta Gandus, Vanessa Montesi, Paola Baretta, Paolo Napoli, Gabriella Friso, Francesco Mazza Galanti, Gianluca Vitale, Stefania pellegrini, Lorenzo Fanoli, Alessandra Algostino, Silvana Lamacchia, Marcella Cometti, Giovanna Lazzarin, Marzia Benazzi, Pierangelo Vincenzi, Nicoletta Azzi, Maria Bacchi, Elena Dina, Riccardo Peasso, Alessandra Vignoli, Maurizio Jarè, Rosa Ferrari, Anna Pachera, Antonio Penzo, Lamin Marong, Nicola Baroni, Cesare Guerra, Andrea Ranzato, Angelica Bertellini, Anna Cipriani, Sofia Sodano, Youssouf Sissako, Katerina Ibrahim, Marco Righetti, Gabriella Croci, Fernanda Goffetti, Maria Teresa Rabitti, Claudia Pancera, Franco Reggiani, Catia Lucchini, Giovanna Lazzarin, Stefania Fraboni, Valentina Bonini, Bianca La Monica, Riccardo Conte, Beatrice Felis, Caterina Interlandi, Pasquale Maria Crupi, Grazia Naletto, Maurizio Gressi, Maria Virgilio, Serena Romano, Alessandra Ballerini, Paolo de Nardis, Eleonora de Nardis, Francesco Mason, Simona Greco, Daniela Padoan, Michela Becchis, Cipponeri Maria, Giovanni Abbagnato, Giuseppe Coscione, Silvano Motto, Livio Neri, Silvia Galiano, Kristina Blushi, Claudio Parentela, Teresa Albano, Paola Ronfani, Kristina Blushi, Paola Lovati, Guido Cacciola, Anna Battaglia, Giacomo Dora, Antonio D’Agostino, Rosanna Castiglia, Franca Pelucchi, Eva Rizzin, Yaya Mane, Massimo Campedelli, Giampietro Barai, Gabriele Marcozzi, Maria Rosaria Sabbatelli, Mauro Annoni, Giuseppa Mascali, Stefano Greco, Irene Rui, Claudio Riolo, Gaia Quirini, Umberto Di Giovanni, Carlo Sorgi, Maria Cristina Mochi, Carlo Guglielmi, Valeria Ferraris, Anna Maria Bianchi Missaglia, Francesca Cancellaro, Enrica Rigo, Luca Masera, Edgardo Maria Iozia, Luca Madia, Valeria Albano, Maria Grazia Giammarinaro, Amedeo Di Mario, Domenico Stimolo, Laura Guardo, Linda Barnobi, Michele Passione, Giulia Galera, Giuseppe Campesi, Susanna Chiesa, Franco Balzi, Paola Degani, Annaflavia Merluzzi, Claudio Ruffini, Maurizio Rossi, Giulia Antonietta Piazzolla, Giulia Loriga, Giulia Angella, Ramon La Torre, Roberta Ferruti, Maria Rosaria Marella, Letizia Palumbo, Rita Coco, Romina Gandolfo, Ippolito Passalacqua, Magda Cristiano, Annalisa Pannarale, Claudio De Falco, Gian Marco Falgiani, Rita Giansanti, Danilo Pessina, Mariafrancesca D’Agostino, Salvo Frizzi, Luciana Borsatti, Matteo Iannitti, Francesca Materozzi, Emilio Robotti, Andrea Danilo Conte, Elisabetta Pistorio, Antonella Calcaterra, Cristiana Taccardi, Maria Mura, Maria Luisa Grisafi, Renata Marletta, Susanna Marletta, Sarah Cordaro, Cinzia Marsili, Francesca Nicodemi, Doriana Sarli, Lucia Re, Bruna Giovanna Pineda, Gabriella Muratori, Paola Medici, Lidia Vicchio, Bruna D’Amico, Gianluca Famiglietti, Massimo Biolo, Marco Balboni, Antonio Cavaliere, Alberto Polito, Lorenzo Romito, Giulia Fiocca, Guido Savio, Ermanno Fornaciari, Sebastiana Leonardi, Marco Ugo Melano, Anna Brambilla, Nicola Zappa, Carmelo Licata, Elisabetta Rosa Granfo, Teresa Degenhardt, Enrica Origlia, Alessandro Baldini, Lidia Parma, Giulia Morrione, Emanuela Petrolati, Rosario Furneri, Ilenia Grottadaurea, Maria Grazia La Piana, Davide Petrini, Paolo de Nardis, Eleonora de Nardis, Joseph Moyersoen, Marina Allotta, Francesca Brocchi, Giuseppe Sergi, Stefania Scarponi, Arturo Salerni, Paola Formica, Monia Giovannetti, William Chiaromonte, Francesca Chiarotto, Letizia Veneziano, Melania Aiesi, Filippo Miraglia, Ignazia Bartholini, Stefania Amarugi, Nicola Salvini, Francesco Troiani, Ferdinando Perone, Stefania Pellegrini, Lorenzo Fanoli, Daniele Genovese, Mariangela Licitra, Rosalba Lo Buglio, Riccardo Benassi, Giacomo Dora, Dorotea Medici, Rosanna Castiglia, Sara Zuffardi, Isabella Zagra, Maria Teresa Terreri, Adelaide Merendino, Adriana Cannizzaro, Adriana Cantaro, Adriana Salafia, Agata Coltraro, Agata Sciacca, Agata Scordino, Alessandra Alosi, Alessandra Caragiuli, Alessandra Sciurba, Alessandra Sorace, Alessia Costanzo, Alessio Sangiorgi, Alfredo Schilirò, Alice Argento, Anagni Antonino, Anagni Giuseppe, Anagni Letteria, Andrea Costa, Angelica Perrone, Anita Adamo, Anna Dessi’, Anna Giuseppina Schettini, Anna Valeria Aurino, Antonella Soldo, Antonietta Maria Giuseppa Petrosino, Arcangelo Macedonio, Azzurra Alu’, Biagio Ricceri, Biagio Tinghino, Bruna Giovanna Pineda, Calogero Santoro, Carmela Santangelo, Carmelo Picciotto, Carmen Cordaro, Carmen Curró, Cavalieri Francesco, Checchino Antonini, Chiara Denaro, Chiara Grasso, Chiara Pellegrino, Chiara Santacroce, Claudia Maria Alaimo, Claudio Lombardo, Concetta Pulvirenti, Danaida Delaj, Daniela Padoan, Daniele Genovese, Daniele Papa, Daria Storia, Dario Biazzo, David Mascali, Deborah Infantino, Dimartino Giuseppe, Domenico Sapuppo, Edgardo M. Lozia, Eleonora Caltabiano, Eleonora De Nardis, Eleonora Forenza, Eliana Como, Elisa Bertaglia, Elisabetta Eberle, Elvira Iovino, Emanuela Petrolati, Emanuele Ungheri, Emilio Santoro, Ennio Bousquet, Enrico Calamai, Enrico Schembari, Ettore Palazzolo, Ettore Palazzolo, Fausta Ferruzza, Filippo Finocchiaro, Fiore Antonio, Francesca Capuozzo, Francesca De Luca, Francesca Di Giorgio, Francesca Valenziani, Francesca Verzì, Francesca Zaccari, Francesco Campanella, Francesco Russo, Fulvio Vassallo Paleologo, Gabriella Guido, Gabriella Ruggirello, Gaia Quirini, Gaudenzia Flaccavento, Germana Graceffo, Giampiero Saladino, Gianino Concetto, Gianluca Nigro, Gianluca Vitale, Gianni Iurato, Gianni Vinciguerra, Giorgio Massari, Giovanna Li Causi, Giovanna Scalia, Giovanni Annaloro, Giovanni Di Gennaro, Giulia Galera, Giulia Giuffrida, Giulia Paravizzini, Giulia Vicari, Giulio Perticari, Giummarra Laura, Giuseppa Paladino, Giuseppa Palella, Giuseppe Cannella, Giuseppe Carbonaro, Giuseppina Alì, Giuseppina Massari, Gloria Beltrani, Goffredo D’antona, Ibrahima Niane, Ignazia Bartolini, Ignazio Grima, Igor Zingales, Ilenia Grottadaurea, Ippolito Passalacqua, Isabella Contartese, Jole Borghese, Laura Bondi’, Laura Freddoneve, Laura Lo Verde, Leonardo Fiorentini, Letizia Valentina Lo Giudice, Letizia Veneziano, Lilla Anagni, Lombardo Maddalena, Lucia Gallo, Lucia Giostra, Luciana Menna, Lucrezia Fortuna, Majdi Karbai, Marcella De Luca, Mari Rosa Capodanno, Maria Brunilde Zisa, Maria Cipponeri, Maria Concetta Romano, Maria Donata Bellante, Maria Luisa Barcellona, Maria Pappalardo, Maria Rita Stivale, Maria Romano, Marianna Nicolosi, Mariella Falconeri, Mariella Valenti, Marilina Ferrara, Maristella Bossa, Martina Lanzafame, Matteo Hallissey, Maurizio Gressi, Mauro Carlo Zanella, Medea Ferrigno, Melania Aiesi, Michele D’agata, Michele Negro, Moltisanti Giovanni, Najla Hassen, Nicolo’ Scibeli, Nunzia Scandurra, Orazio Antonio Orofino, Orazio Grisafi, Palmira Mancuso, Paola Lizzio, Paola Ottaviano, Paolo Pricone, Patrizia Vasquez, Pia Giulia Nucci, Piero Santoro, Pierpaolo Montalto, Pietro Arcoria, Pietro Baeri, Pino Di Grandi, Pinuccia Cavalieri, Placido Sturiale, Pluchino Valentina, Renato Camarda, Riccardo Campochiaro, Riccardo Dado, Riccardo Magi, Riccardo Russo, rizzo Innocenza, Roberto Majorini, Romina Gandolfo, Rosa Cassarino, Rosa Lo Faro, Rosalba Camilleri, Rosario Furneri, Rossana Castelli, Rossana Chillemi, Salvatore Pagano, Salvatore Sciacca, Salvatore Vitale, Santa Lombardo, Sara Zuffardi, Sebastiano Papandrea, Sergio La Biunda, Sergio Maria Rossitto, Silvana Grigolini, Silvia Galiano, Silvia Soriani, Simone Lo Presti, Sofia Viviani, Sonia Randazzo, Stefania Amarugi, Stefania Gasparri, Stefano Galieni, Stefano Garaffa Botta, Teresa Consoli, Teresa Mecca, Tito Cacciola, Tiziana Salafia, Turi Fisichella, Valeria Calabrese, Valeria Insanguine, Valeria Marletta, Veronica Giusi Maria Vitanza, Virginia Fiume, Viviana Cafaro, Yasmine Accardo, Francesco Maisto, Andrea Carapellucci, Paola Moreschini, Mario Vaudano, Concetto Vento, Angelo Raneli, Giuseppe Guttuso, Elena Luda, Enrica Rigo, Manuela Roggero, Silvia Manderino, Mariagiovanna Chiavaro, Isabel Fanlo Cortés, Flavia Pankiewicz, Giuseppina Aquino Pistoia, Elisabetta Tarquini, Mariagrazia Rispoli, Elena Barca, Andrea Barenghi, Gianfranco Gilardi, Antonio Rotelli, Nicoletta Gandus, Gualtiero MICHELINI, Vincenzo Paolillo, Giulio Cappelli, Roberto Brizio, Antonia Chiarenza, Maria Chiara Morabito, Carlotta Ristuccia, Marco Rapisarda, Anna Cattaruzzi, Cecilia Angela Volonté, Chiara Giallombardo, Damiano Fiorato, Enrico Schembari, Federica Mazzoni, Filippo Cardaci, Francesco Di Pietro, Marco Capriata, Marta Lavanna, Matteo Astuti, Sabrina Mura, Silvia Davini, Vittoria Longo, Paola Degani, Paola Fierro, Michele Lovato Menin, Massimo Lovato, Martino Benzoni, Mariella Console, Mariarosaria Tenuta, Luciana Carnevale, Lorenza Maione, Francesco Maisto, Ilaria Menin, Guia Tani, Francesca Nicodemi, Enrica Origlia, Enrica Inghilleri, Eleonora Paganini, Davide Fortuna, Dario Belluccio, Daniele Valeri, Anna Maria La Rocca, Andrea Devoto, Andrea Callaioli, Alberto Guariso, Alberto Valenti, Alessandra Melloni, Alessandro Praticó, Alessio Loi, Amarilda Lici, Andrea Maestri, Andrea Salomone, Anna Lisi, Armando Maria De Nicola, Aurora Frigerio, Barbara Tetti, Basso Giuliano, Cesare De Cicco, Cristina Totti, Daniela Lenzi, Domenico Canciani, Emilia Naldi, Giorgio Costantino, Giovanna Berti, Giuditta Ragazzo, Ida Chiarini, Isabella Paoletti, Ludovica Masia, Marcella Rodino, Maria Luana Calabrese, Marilena Bertini, Monica Pontello, Odilia Negro, Sara Negarville, Serena Martini, Simone Sanna Venerdini, Ulrich Stege, Mario Vaudano, Andrea Carapellucci, Fabio Massimo Orlando, Ilario Nasso, Giuseppina Aquino Pistoia, Paola Moreschini, Giulio Cataldi, Frasso Antonio, Sr. Giuliana Galli, Don Angelo Cassano, Emanuela Marè, Gianfranco Gilardi, Mauro Festa, Lorella Grecu, Claudia Polimene, Ilaria Bracaglia, Barbara Poliseno, Giovanni Ferraro, Marco Rossi, Sandra Carpi Lapi, Silvana Ranzato, Vincenzo Arzente, Alessia Murtas, Massimo Bondioli, Alessandra Martini, Stefano Collizzolli, Paolo Molteni, Moreno Biagioni, Marina Finardi, Luca Scopetti, Laura Di Lucia Coletti, Donatella Moreschi, Vincenzo Peris, Anna Mori, Barbara Grandi, Andreina Albano, Massimo Villone, Dina Rosa, Lucilla De Vito Franceschi, Paolo Dell’Oca, Leonardo Zanetti, Chiara Masini, Claudio Piani, Carlo Castelli, Antonio Liguori, Mario Fugazza, Diego Saccora, Gloria Buffo, Giulia Loriga, Emilio Sirianni, Nicola Fasolino, Domenico Chiarantoni,Emanuela Scialoja, Francesco Jacinto, Cecilia Manganelli, Cristina Romanelli, Alessandro Marchionne, Franca Costa, Gloria Pietrini, Anna Conforti, Marcos Alberto Lopez, Chiara Marangio, Martina Gancitano, Roberta Sforza, Maria Letizia Campagna, Alessandra Meschini, Lorenzo Talenti, Beniamino Deidda, Renata Boria, Ornella Anversa, Francesco Angelini, Roberta Bracci, Enrica Russotto, Francesco Militello, Michela Deodato, Valeria Andò, Giuseppe Nobile, Carlo Cartocci, Gigi Rossetti, Renato Giuseppe Napoli, Raffaele Tecce, Francesca Maria Sabrina Thomas, Claudia Pino, Pietro Folena, Filippo Romano, Patrizia Talevi,Ida Pidone, Firat Ak, Guido Viale, Paola Capranica, Fabrizio Carpinella, Maria Carmela Capraro, Francesco Giarlo, Alba Ospina, Antonio Minisola, Marko Vojvodic, Giuliano Prandini, Giuliana Godenigo, Yasser Naamni, Riccardo Petrella, Giulio Gasperini, Anna Maria Randazzo, Elena Papucci, Massimo Pierro, Lorenzo Chidini, Armando Reggio, Luigi Visintin, Maria Gurrieri, Letizia Ciancio, Giuseppe Lo Russo, Gloria Lupo, Paolo Pignocchi, Christian D’Amico, Veronica Santini, Gaetano Raffa, Gianluca Nicolò Francesco Armeli, Rito Compilato, Giuseppina Muscas, Maria Cristina Visioli, Violetta Sanzeri, Gianfranco Cammarata, Tommaso Ribaudo, Lidia Trobia, Paolo Ballerio, Patrizia Manco, Paolino Domenico Severino, Antonella Fiorani, Grazia Pianazza, Daria Pulz, Mauro Alongi, Olga Maria Guzzi, Irene Romito, Giovanna Stella, Monica Glebocki, Bianca Rosa Polo, Olga Maria Guzzi, Simona Sora, Lanfranco Larice, Annalisa Barbarito, Ada Murkovic, Antonella Monastra, Roberto Buset, Luciano Modica, Rosetta Camilleri, Rena Otte, Fulvio Crescimanno, Alessandro Balducci, Lina Argetta, Lorenzo Erculiani, Nicoletta Consiglio, Claudio Gabriele, Giulia Cordone, Elisa Plisca, Camilla Genovese, Elvira Mastrovincenzo, Nives Paroli, Rosaria Procaccianti, Marco Pirovano, Francesco Ribaudo, Federico Cipolla, Chiara Evola, Anna M.Di Stefano, Maddalena Lo Fiego, Ettore Raccanello, Irene Murkovic, Beatrice Fumi, Maecello Fallarino, Salvatore La corte, Elvira Rosa, Maria Teresa Fè, Simone Spina, Nerina Palazzolo, Clori Bombagli, Luana Mannocci, Bruno Liviero, Carla Agostini, Federica Ancona, Nadia Savino, Sofia Mamo, Alba Aceto, Emanuele Petrella, Mariaconcetta Biondi, Tiziana Perlini, Vincenzo Spataro, Fabio Burattini, Maria Grazia Martelli, Giuseppe Casucci, Maria Antonietta Pagnotta, Gianluigi Montalto, Roberta Fantozzi, Diana Franzina, Erena Melesi, Giovanna Trecozzi, Lucia Giagnolini, Paolo Oddi, Pietro Sodano, Maria Franca Intrabartolo, Lisa Anna Ferraris, Andrea Molinari, Francesca Pellegrini, Antonietta Ribaudo, Stefania Guerrucci, Sefora Cerni, Luca Spegne, Cipriana Contu, Francesco Riolo, Maria Genesini, Annalisa Zanuttini, Thiago Marques Branco, Sandra Sacchetti, Nicola Datena, Renato Fontana, Antonella Di Florio, Giuseppe Nardiello, Marilina Pizzo, Giuseppe Provenza, Allegra Germinario, Salvatore Bonadonna, Ambrogio Bartesaghi, Maria Maddalena Russo, Carla Testori, Ivan Pupetti, Francesco Caruso, Caterina Contegiacomo, Maria Grazia Pignataro, Marina Mannucci, Luigi Marini

Foto tratta da Pexels

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Le nostre strategie transnazionali per contrastare le politiche di esternalizzazione UE in Africa

screenshot video

Nell’ambito del progetto Sciabaca e Oruka, l’ASGI da diversi anni lavora in collaborazione con Avocats Sans Frontières (ASF) Tunisia, il Cairo Institute for Human Rights Studies e il Network of University Legal Aid Institutions (NULAI-Nigeria) per difendere i diritti delle persone in movimento lungo le rotte migratorie dall’Africa verso l’Europa. 

Ecco il video con la nostra Road Map, costituita da 6 azioni chiave per contrastare le violazioni dei diritti umani fondamentali.

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L’Unione europea e gli Stati membri continueranno ad aumentare l’impegno economico e diplomatico per esternalizzare i confini. Questo è quanto emerge dal piano d’azione per il Mediterraneo centrale pubblicato il 21 novembre 2022 dalla Commissione europea per “porre rimedio ai problemi attuali immediati riguardanti la rotta migratoria del Mediterraneo centrale”. 

Il documento conferma l’indirizzo già intrapreso nel 2015 con l’Agenda Europea su migrazione e asilo e rafforzato con  il Patto Migrazione e Asilo del settembre 2020. Attraverso gli accordi con gli stati africani, il rafforzamento delle frontiere dentro e fuori l’Europa, le espulsioni sommarie, e più generalmente le politiche securitarie e criminalizzati, viene di fatto confermato un regime di controllo della mobilità – anche il di fuori dell’Unione Europea – che diviene di giorno in giorno più letale.

Bloccare i confini e controllare la mobilità significa non solo ostacolare il diritto a lasciare qualunque paese e l’accesso al diritto di asilo in Europa. Significa anche spingere le persone in movimento a imbarcarsi in viaggi sempre più pericolosi lungo i quali aumenta il rischio di tortura, detenzione arbitraria, violenze sessuali, sfruttamento, tratta. 

Al fine di contrastare tali violazioni, non si può prescindere dal fatto che le politiche di esternalizzazione sfruttano inoltre il mandato umanitario delle istituzioni internazionali e delle ONG, e lo stretto legame tra azioni di sviluppo e gestione delle migrazioni, vincolando i fondi allo sviluppo a politiche securitarie. In Tunisia, Libia e Nigeria, il lavoro umanitario, che mirava a mitigare gli effetti delle politiche di esternalizzazione, è diventato di fatto una fonte di legittimazione e attuazione di queste stesse politiche.

ASF, ASGI, CIHRS e NULAI hanno individuato 6 azioni chiave per contrastare le violazioni dei diritti delle persone in movimento nelle diverse fasi del percorso migratorio:

  • Promuovere azioni volte a garantire l’accountability.
  • Contrastare gli accordi bilaterali e il sostegno finanziario dell’UE per la gestione delle migrazioni.
  • Pretendere la pubblicazione degli accordi di rimpatrio e degli accordi per la gestione delle migrazioni. 
  • Contestare l’applicazione abusiva dei concetti di paese di primo asilo e paese terzo sicuro.
  • Contestare la raccolta di dati personali e l’uso improprio dei sistemi di controllo biometrici.
  • Sottoporre ad analisi giuridica anche l’azione degli attori umanitari per comprenderne l’impatto sul rafforzamento delle politiche di esternalizzazione

Video realizzato da Chiara Missaggia, grafiche realizzate da Federica Ferri.

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MD, ARCI, ASGI, ACLI e CGIL chiedono al Governo di porre fine alle riammissioni illegittime al confine orientale

Nella giornata per i diritti umani trova conferma sulla stampa la riattivazione da parte del Ministero dell’Interno dei cd. “respingimenti informali” in Slovenia, che dei diritti umani costituiscono una gravissima violazione.

Sulla base di un accordo bilaterale con la Slovenia sottoscritto il 3 settembre 1996, mai ratificato dal Parlamento, le procedure informali di riammissione in Slovenia sono state applicate nel corso del 2019 e del 2020 nei confronti dei migranti rintracciati a ridosso della linea confinaria italo-slovena, quando risultava la provenienza dal territorio sloveno, anche qualora fosse manifestata l’intenzione di richiedere protezione internazionale. L’esecuzione di tale tipologia di riammissione non comportava la redazione di un provvedimento formale, applicandosi per prassi consolidata le procedure previste dal relativo accordo di riammissione.

A seguito di un provvedimento del Tribunale di Roma che aveva dichiarato l’illegittimità di tale prassi (non smentito in sede di reclamo sul piano del suo inquadramento giuridico) le riammissioni a gennaio 2021 erano state sospese.

Si tratta di una prassi giuridicamente illegittima da molteplici punti di vista, posto che un accordo bilaterale non ratificato dal Parlamento non può prevedere modifiche o derogare alle leggi vigenti in Italia o alle norme dell’Unione Europea o derivanti da fonti di diritto internazionale (cfr. art 80 della Costituzione Italiana), che impedisce l’esame individuale delle singole posizioni in violazione dell’obbligo previsto dall’art 19 della Carta del Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che vieta le espulsioni collettive in funzione dell’effettivo rispetto dell’art 3 della CEDU e dell’art 4 della CDFUE e  del carattere assoluto del divieto di trattamenti inumani e degradanti (art 15 CEDU).

Le riammissioni informali ledono il diritto fondamentale degli stranieri di accedere alla procedura di riconoscimento della protezione internazionale in violazione dell’art 6 della direttiva 2013/31/UE (direttiva procedure), che obbliga gli stati membri a garantite un accesso effettivo alla procedura di esame e di riconoscimento della protezione internazionale e violano gli artt. 2 e 3, L. n. 241/90 in quanto il riaccompagnamento, incidendo sulla sfera giuridica dei soggetti interessati, deve essere disposto con provvedimento amministrativo motivato, notificato al soggetto interessato e impugnabile innanzi all’autorità giudiziaria. 

Inoltre sostanziandosi in un respingimento o riaccompagnamento alla frontiera si tratta di provvedimento restrittivo della libertà personale per il quale è necessaria la preventiva convalida dell’autorità giudiziaria in attuazione dell’art. 13 della Costituzione come già previsto in generale per gli stranieri dagli artt 10 comma 2 bis e 13 comma 5 bis del D.lvo n. 286/1998.

Tutte le più autorevoli fonti danno conto delle sorti dei migranti “riammessi” in Slovenia, sottoposti di fatto a un respingimento a catena fino in Bosnia ed Erzegovina. Il Governo italiano sa bene che le “riammissioni informali” espongono i migranti, anche i richiedenti asilo, a trattamenti inumani e degradanti e impediscono l’accesso alle procedure di asilo a migranti che si trovano nel territorio dell’Unione, per la maggioranza provenienti da zone di guerra come l’Afghanistan, la Siria, o le regioni ex FATA del Pakistan. Sono note le carenze nelle procedure di asilo in Slovenia e Croazia e i trattamenti inflitti ai migranti dalla polizia  croata al confine con la Bosnia ed Erzegovina come denunciato anche nel recente Black Book of Pushback ed è nota la vera e propria crisi umanitaria vissuta dai migranti bloccati in Bosnia, denunciata anche dalla Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović.

Chiediamo al Governo di porre fine a questa prassi illegittima e di rispettare la legislazione italiana e le  convenzioni internazionali sul diritto di asilo.

MD  – Magistratura Democratica, ARCI, ASGI , ACLI, CGIL

Foto tratta da Repubblica del 10 dicembre 2022

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Impossibile chiedere asilo

diritto di asilo negato in Lombardia

Difficoltà di accedere agli uffici preposti, lunghissimi tempi di attesa e richieste illegittime ostacolano la possibilità di richiedere la protezione internazionale in molte Questure della Lombardia.

Lo denunciano alle autorità diverse associazioni, tra cui ASGI.

In una lettera inviata lo scorso 11 novembre, vengono elencati gli ostacoli che impediscono alle persone straniere di chiedere asilo presso le Questure di Milano, Lecco, Monza e Brianza, Como e Varese.

Questo accade nonostante negli ultimi anni le criticità siano state segnalate con diverse lettere alle autorità e siano state oggetto di servizi giornalistici che hanno posto all’attenzione pubblica la situazione.

Le associazioni avvertono che si stanno violando le norme che l’Italia è tenuta a rispettare per permettere l’accesso al diritto di asilo.

Infatti il decreto legislativo n.25 del 2008 prevede un termine per un tempestivo accoglimento della manifestazione della volontà di richiedere protezione internazionale e la Direttiva europea 2013/32/UE indichi modalità e termini tassativi per la registrazione delle domande di protezione internazionale.

Le violazioni sono sanzionabili se venisse aperta una procedura di infrazione dalla Commissione europea.

Per questo ADL a Zavidovici, ASGI, CGIL Monza e Brianza, CNCA Lombardia, Cooperativa Sociale Aeris, Fondazione Casa della Carità Angelo Abriani, Fondazione Somaschi Onlus e Naga OdV hanno inviato una lettera a tutte le Istituzioni e gli Enti competenti .

Le criticità riscontrate presso le Questure di Milano, Varese, Monza e Brianza, Lecco e Como vanno rimosse con urgenza e vanno trovate tempestivamente soluzioni strutturali ed efficaci.


La lettera inviata alle istituzioni


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Video del seminario: documento di viaggio europeo per il rimpatrio forzato e rischi delle banche dati

Pubblichiamo la registrazione video del seminario che si è tenuto il 14 settembre 2022 promosso da Spazi Circolari e ASGI nell’ambito del Progetto InLimine.

I relatori hanno esposto le principali banche dati italiane ed europee utilizzate ai fini dell’identificazione e della selezione dei cittadini stranieri nell’ambito delle prassi di frontiera e di controllo e contenimento della libertà di movimento, le prospettive future e i rischi connessi al nuovo documento di viaggio europeo per il rimpatrio ai fini della facilitazione delle procedure di allontanamento. 

Il programma

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Per un’accoglienza delle persone migranti sicura e dignitosa. Appello contro le navi quarantena

A due anni dall’istituzione delle navi quarantena ci rivolgiamo al Governo affinché ponga fine al sistema delle navi quarantena e adotti procedure che garantiscano la sicurezza, il diritto di asilo, la libertà personale e un’accoglienza degna delle persone in arrivo sul territorio italiano.

I firmatari di questo appello ritengono opportuno stabilire procedure per la tutela della salute di tutte le persone, che non contemplino navi quarantena e che non diano luogo a procedure differenziate nei confronti dei cittadini/e stranieri/e, garantendo che le persone migranti in arrivo trovino immediata accoglienza e, in caso di positività, anche cure adeguate. La tutela del diritto alla salute individuale e collettiva va garantita con altre misure che in primo luogo assicurino il rispetto dei diritti fondamentali delle persone in arrivo.

L’appello inviato al Ministero dell’Interno, al Ministero della Salute, al Ministero Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e alla Croce Rossa

Per un’accoglienza delle persone migranti sicura e dignitosa. Basta con le navi quarantena

Sono trascorsi quasi due anni dall’istituzione delle navi quarantena e, nel tempo, sono emerse gravi criticità, confermate dagli stessi operatori della Croce Rossa che vi operano istituzionalmente. Ci riferiamo agli ostacoli posti all’accesso alla richiesta di protezione internazionale in linea di continuità con le prassi attuate in frontiera in tempi precedenti alla pandemia, all’assenza di garanzie in materia di privazione della libertà personale, alla carenza dei servizi, a periodi di permanenza immotivatamente lunghi, all’inadeguatezza della situazione igienica, alla circostanza per cui ancora minori stranieri non accompagnati e persone in condizioni di vulnerabilità permangono a bordo delle navi invece di garantire i loro diritti con modalità, tempi e luoghi adeguati. Le procedure non sono sostanzialmente mutate in questi mesi, permanendo gravissimi profili di criticità con riferimento al rispetto dei diritti delle persone in arrivo sul territorio.

Con questo appello ci rivolgiamo al Governo, al Ministero dell’Interno e della Salute e agli altri soggetti coinvolti perché pongano fine al sistema delle navi quarantena ed adottino procedure che garantiscano la sicurezza, il diritto di asilo, la libertà personale e l’accoglienza degna delle persone in arrivo sul territorio italiano.

L’istituzione delle navi quarantena costituisce una prassi, di natura discriminatoria, che pone in essere una grave violazione dei diritti fondamentali dei cittadini/e stranieri/e ad essa sottoposti, primo fra tutti il diritto alla salute, come dimostrano le tante testimonianze di migranti e operatori e operatrici a bordo delle navi e come racconta la morte di Bilal Ben Massaud, Abou Diakite e Abdallah Said.

Una misura che appare tanto più discriminatoria se letta alla luce della recente ordinanza del Ministero della Salute del 22 febbraio 2022 che  in materia di ingresso sul territorio nazionale di persone provenienti da paesi esteri, siano essi cittadini italiani o stranieri, tra le condizioni prevede che solo in assenza di specifica documentazione sia previsto un periodo di cinque giorni di quarantena. Sotto tale punto di vista si accentua ulteriormente l’irragionevole disparità di trattamento, laddove le procedure attuate nei confronti dei/delle cittadini/e stranieri/e in arrivo via mare, differiscono in maniera lampante dalle misure a cui sono sottoposte i/le cittadini/e stranieri/e giunti/e in Italia con altri mezzi.  Le persone permangono in una condizione di fortissimo isolamento senza accesso immediato al territorio e senza che sia garantito un accesso pieno e adeguato alle informazioni in merito ai propri diritti e al modo in cui esercitarli; senza che sia garantita una adeguata tutela legale attraverso personale specializzato; senza che sia garantita effettiva tutela ai soggetti in situazioni di vulnerabilità e l’accesso a servizi specialistici. 

La necessaria preoccupazione di tutelare il diritto alla salute individuale e collettiva va garantita con altre misure che in primo luogo garantiscano il rispetto dei diritti fondamentali delle persone in arrivo e che, inoltre, non comporterebbe costi maggiori delle navi quarantena che, oltretutto, vengono utilizzate con criteri non sempre trasparenti, chiari ed efficienti. 

Appare opportuno stabilire procedure per la tutela della salute di tutte le persone, che non contemplino  navi quarantena e che non diano luogo a procedure differenziate nei confronti dei cittadini/e stranieri/e, garantendo che le persone migranti in arrivo trovino immediata accoglienza e, in caso di positività, anche cure adeguate. In questa fase, va in ogni caso garantita la possibilità di esercizio del diritto di asilo, consentendo l’accesso a mediatori culturali e ONG, del diritto alla libertà personale e del diritto di difesa. 

A due anni dallo scoppio della pandemia, non hanno alcuna giustificazione misure d’emergenza lesive della dignità delle persone e dell’accoglienza, che costituiscono un ulteriore passo in avanti nell’evoluzione e amplificazione dell’approccio hotspot e delle violazioni da esso derivanti, con conseguenze gravi sulla vita delle persone coinvolte.

Per questo chiediamo al Governo la definitiva chiusura del sistema delle navi quarantena e l’adozione di procedure di accoglienza delle persone migranti all’altezza dello standard umanitario di un paese che “si dichiari” luogo di tutela del diritto d’asilo e dei diritti fondamentali delle persone tutte. 

Firmatari

Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione

Borderline Sicilia

CISS

LasciateCIEntrare

Mediterranean Hope Lampedusa

Ambasciata dei Diritti Ancona

Arci Porco Rosso, Palermo

Ambasciata dei Diritti Ancona

Associazione Lungo la Rotta Balcanica

Associazione per la Pace Padova 

Borderline- Europe 

Bozen Solidale

Centro diaconale La Noce

Consulta per la pace, la nonviolenza, i diritti umani, il disarmo 

Emmaus Palermo odv

FOCSIV/Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario

Forum Antirazzista Palermo

Forum Lampedusa Solidale

GenderLens APS

Gruppo Lavoro Rifugiati

Il Grande Colibrì ODV

Legal Team Italia

Movimento per l’Autosviluppo, l’Interscambio e la Solidarietà

Medici Senza Frontiere Italia

Nena News Near Est News Agency

Next – Nuove Energie X il Territorio

Pagine Esteri

Progetto Meltingpot Europa

Redazione La Bottega del Barbieri

Rete Antirazzista Catanese

Sea-WATCH 

Terra Nuova, Centro per la Solidarietà e la Cooperazione tra i Popoli onlus

UDI Palermo Onlus

Giulia Tranchina, avvocata, Wilson Solicitors LLP 

Manuela Garufi 

Enrico Tranchina

Giuseppe Burgio

Sergio Falcone

Pasquale D’Andretta

Vincenzo Iacono

Avinio Damiano

Daniele Barbieri

Bandiougou Diawara

Mari D’Agostino, Università di Palermo

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Ucraina, il Governo agevoli il riconoscimento dei diritti sociali fondamentali in Italia a chi fugge

La guerra scatenata sul territorio dell’Ucraina porta nuovamente in Europa barbarie e terrore e pone a rischio la pace, la libertà e la sicurezza di moltitudini di uomini e donne.

Avremmo sperato che, dopo i sanguinosi avvenimenti che hanno coinvolto i Balcani e l’area della ex Jugoslavia, le cui conseguenze sull’attualità stentano ancora ad essere riconosciute, nonché memori della catastrofe determinata dalla seconda guerra mondiale, le retoriche militari fossero abbandonate dal discorso politico e le prassi militari bandite dall’orizzonte delle possibilità di azione dei governi e dei popoli.

Auspichiamo che la saggezza scolpita nell’art. 11 della Costituzione italiana ed il ripudio della guerra costituiscano l’unica linea di indirizzo nell’ambito della quale il governo italiano voglia muovere la propria iniziativa e, dunque, che si fornisca tutto il supporto necessario alle popolazioni colpite dal conflitto senza tuttavia avvalorare alcuna forma di intervento sia pure indiretto alla guerra in corso.

In questo ambito riteniamo che sia compito del governo italiano – diversamente da quanto non fatto in recenti emergenze verificatesi in altri Paesi (Afghanistan, ad esempio) – attivare tutti i canali a propria disposizione per garantire l’implementazione da parte dell’Unione europea della Direttiva 2001/55/Ce in favore delle persone che fuggono dal conflitto, nonché assicurare le misure di protezione internazionale in favore delle stesse, anche qualora fuggano perché rifiutano la partecipazione alla guerra per motivi politici, etici, religiosi. Ovvero che, senza pregiudizio per le domande di asilo eventualmente presentate o da presentarsi, sia emanato un d.p.c.m. ai sensi dell’art. 20 d.lgs. 286/98 che garantisca quantomeno i diritti sociali fondamentali quali il diritto di esercitare un’attività lavorativa, di partecipare a programmi di formazione ed istruzione, ad ottenere un’abitazione adeguata, a ricevere (qualora non dispongano delle risorse necessarie) contributi di assistenza sociale che ne permettano il sostentamento dignitoso ed adeguate cure mediche, il diritto dei minori di 18 anni di età di accedere al sistema educativo ed a tutti i diritti individuali e sociali in condizioni di parità con i minori italiani. 

In considerazione dell’elevato numero di cittadini ucraini presenti in Italia, soprattutto donne, deve essere impegno del governo italiano, altresì, quello di agevolare il diritto al ricongiungimento familiare con propri parenti, anche oltre i limiti soggettivi ed oggettivi attualmente posti dalla normativa italiana e con semplificazione delle relative prassi amministrative.

Il Consiglio direttivo della Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione

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Russia-Ucraina. Il governo si attivi per la protezione dei cittadini ucraini

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Un appello rivolto al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al governo italiano affinché ci si attivi, anche in sede UE, per la protezione dei cittadini ucraini in fuga dalla guerra. E’ quello lanciato oggi dalla Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, associazione composta da 43 organizzazioni della società civile italiana, tra cui ASGI.


Di seguito il testo integrale dell’appello.

Russia-Ucraina. Il governo si attivi per la protezione dei cittadini ucraini

L’invasione russa dell’Ucraina sta portando molte persone a fuggire dalle principali città prese d’assalto dall’attacco unilaterale russo. I movimenti, in molti casi, sono ancora all’interno dei confini del paese ma è facile prevedere come la crisi umanitaria che la guerra comporterà potrà avere conseguenze anche sulle migrazioni verso l’Unione Europea.
I governi, che di comune accordo stanno prendendo posizione contro questo attacco, devono muoversi insieme anche nell’offrire accesso e sostegno a coloro che fuggono dal conflitto.

Anche se i cittadini ucraini possono entrare nell’area Schengen senza visto, il loro status all’interno dell’UE non garantisce l’accesso al lavoro, alla sanità e ad altri servizi fondamentali per la loro protezione, durante quello che potrebbe essere un conflitto prolungato. 
Inoltre, i residenti non ucraini presenti nel paese, tra loro anche i difensori bielorussi dei diritti umani che sono fuggiti dalle repressioni del loro governo, non possono attraversare i confini dell’UE senza una documentazione che è attualmente difficile, se non impossibile, da ottenere all’interno dell’Ucraina.
Su queste basi, auspichiamo che il governo italiano si attivi, anche in sede UE, per:

– attivare la Temporary Protection Directive, una misura eccezionale per fornire protezione immediata e temporanea agli sfollati provenienti da paesi non UE e a coloro che non possono tornare nel loro paese d’origine. Il possibile esodo di massa potrebbe infatti mettere in difficoltà le normali pratiche di asilo, non permettendo di intervenire con la rapidità necessaria al fine di salvaguardare i diritti e la vita delle persone in fuga dal conflitto. Il  Presidente del Consiglio italiano potrebbe, in ogni caso, emanare immediatamente un decreto che preveda misure di protezione temporanea in favore delle persone in fuga dal conflitto, ai sensi dell’art. 20 d.lgs. 286/98;

– garantire l’accesso all’Europa dei residenti non ucraini in Ucraina ,che sono a maggior rischio a causa dell’attività militare russa e della possibile futura interferenza politica. Tra questi ci sono molti difensori dei diritti umani e attivisti dell’opposizione. A questi individui dovrebbe essere garantito un facile accesso al territorio e protezione;

– in linea con le linee guida dell’UE sui difensori dei diritti umani, fornire sostegno nell’accesso ai visti e ad altre forme di assistenza speciale ai difensori dei diritti umani e ai giornalisti in Ucraina che possono essere presi di mira per il loro lavoro, le loro convinzioni o il loro attivismo;

– garantire che, a fronte delle sanzioni che l’Europa sta varando in queste ore, si crei un sistema per cui i cittadini russi perseguitati dal governo (attivisti, giornalisti, difensori dei diritti umani, oppositori) possano continuare ad avere facile accesso ai visti per lasciare il proprio paese. Gli arresti a cui abbiamo assistito in queste ore nelle città russe ci fanno capire come anche all’interno del paese c’è una fascia di popolazione che va salvaguardata;

– garantire ai cittadini ucraini già residenti in Italia il rinnovo dei permessi di soggiorno, anche laddove gli stessi fossero scaduti. Garantendo al contempo un accesso rapido alle procedure di ricongiungimento familiare affinché le persone possano raggiungere i propri parenti in Italia attraverso viaggi sicuri;

– in ogni caso garantire l’accesso alla procedura di riconoscimento della protezione internazionale ed eliminare l’Ucraina dall’elenco dei Paesi d’origine sicuri.

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Quando l’UNHCR in Tunisia getta in strada i profughi, come fossero spazzatura

In Tunisia continuano le manifestazioni che denunciano la loro emarginazione a causa . ASGI sottoscrive il comunicato di Forum Tunisien pour les Droits Economiques et Sociaux insieme a Alarm Phone e Migreurop.

Sono ormai 4 notti e 5 giorni che le persone rifugiate e richiedenti asilo manifestano davanti agli uffici dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) nel sud della Tunisia, a Zarzis e Medenine. Coloro che sono espulsi/e dai centri di accoglienza, sempre più numerosi/e, denunciano l’abbandono da parte dell’agenzia Onu, che dovrebbe fornire loro protezione.

Tra uomini, donne, bambini, oggi sono quasi 200 coloro che osano rendersi visibili per rivendicare il rispetto dei propri diritti. Di fronte a procedure di asilo sempre più lunghe e incerte, prospettive di reinsediamento sempre più rare, l’assenza di supporto legale, le violenze ricorrenti da parte delle autorità e l’assenza di prospettive di lavoro, la loro espulsione dai luoghi di residenza non fa che aggravare ulteriormente la situazione estremamente precaria in cui si trovano.

Di nazionalità eritrea, somala, sudanese o etiope, la maggior parte ha attraversato i campi libici prima di cercare rifugio in Tunisia. Ma con la decisione dell’UNHCR e dei suoi partner di ridurre drasticamente l’assistenza alle persone esiliate, queste ultime sono state lasciate a loro stesse in una situazione socio-economica instabile e in un contesto politico difficile, segnato da un crescente razzismo. Molti/e di loro non hanno altra scelta che tornare in Libia, un paese pericoloso da cui stavano disperatamente cercando di fuggire.

Di fronte a questa palese violazione dei diritti, chiediamo all’UNHCR di adempiere al suo mandato: proteggere i/le rifugiati/e, non le frontiere! Ormai da diversi decenni, questa agenzia delle Nazioni Unite ha avuto un ruolo nelle peggiori politiche di sicurezza, ora lasciando in condizioni indegne le persone bloccate sempre più lontano dai confini europei.

Esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le persone esiliate che protestano per chiedere il rispetto dei loro diritti e della loro dignità.

Protezione e libertà di movimento per tutte e tutti!

Watch The Med – Alarm Phone

ADIF – Associazione Diritti e Frontiere 

ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione

Association des Mères des Migrants Disparus

Borderline-Europe Menschenrechte ohne Grenzen e.V.

Borderline Sicilia

Carovane Migranti

Caravana Abriendo Fronteras

Couverture de la Mémoire Tunisie 

FTDES – Forum Tunisien pour les Droits Economiques et Sociaux (FTDES)

LasciateCIEntrare

Legal Team Italia

Melting Pot Europa

Migreurope

Ongi Etorri Errefukiatuak

Progetto 20k

Refugee Rescue

Rete Antirazzista Catanese

Sea-Watch e.V.

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Contributo affitti discriminatorio, respinto l’appello della Regione FVG

Condannata la Regione. Ora i Comuni possono sbloccare le domande dei cittadini stranieri e va modificato il regolamento, anche quello sulle case popolari.

Il 25 novembre 2021 la Corte d’Appello di Trieste ha respinto l’appello della regione Friuli Venezia Giulia contro la decisione di primo grado che aveva imposto la modifica del regolamento regionale n. 66/01 nella parte in cui richiedeva ai cittadini stranieri la produzione di documenti del paese di origine e di provenienza per accedere al “contributo affitti”.

Si trattava di una disposizione del tutto irragionevole che negli anni passati ha rappresentato un rilevantissimo ostacolo nell’accesso dei cittadini stranieri a questa prestazione assistenziale e di una grave forma di ingiustizia .

É infatti del tutto illogico richiedere ai soli stranieri documenti aggiuntivi oltre all’ISEE (sul quale vengono comunque riportate le eventuali proprietà all’estero, che devono essere denunciate all’agenzia delle entrate).

Come ha osservato la Corte Costituzionale nella sentenza 9/2021 riguardante una identica disposizione contenuta in una legge della Regione Abruzzo – anche un italiano (che accede al contributo sulla base del solo ISEE) ben può possedere un immobile all’estero.

Inoltre pressoché tutte le Regioni italiane  (tranne il Friuli VG)  hanno ormai rimosso questo tipo di previsioni.

A questo punto la Regione è tenuta a dare piena esecuzione alla decisione e a cancellare l’art. 29, comma 1bis della LR 1/2016 chiarendo che tutti i richiedenti, italiani e stranieri, accedono al contributo a parità di condizioni, fermi tutti i successivi controlli che potranno e dovranno essere fatti, indipendentemente dalla cittadinanza.

Ciò consentirà ai Comuni (che dopo la decisione di primo grado hanno ammesso “con riserva” gli stranieri, sospendendo però l’erogazione per tutti) di sbloccare il contributo per l’anno 2021 e procedere alla erogazione.

Resta aperta la questione della medesima clausola contenuta nel Regolamento 208/2016  riguardante l’assegnazione degli alloggi pubblici. ASGI si augura che, data l’identità della questione,  la Regione voglia spontaneamente provvedere anche alla modifica di detto regolamento evitando così un ulteriore contenzioso che è già costato soldi alle casse pubbliche e inutili complicazioni alla macchina amministrativa.

Foto di Pixabay da Pexels

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